Nel XV secolo tatuaggi emblema di fede e amore per i pellegrini di Loreto, oggi gioielli simbolo delle nostre emozioni.
Attorno al XV secolo gli abitanti delle terre Marchigiane e i pellegrini che arrivavano in queste zone avevano l’uso di tatuarsi le mani o l’avambraccio, all’altezza del polso. Si trattava di tatuaggi di colore blu: figure, motti, croci, simboli sacri, cuori trafitti, teschi e ancore. Le origini di questa tradizione sono riconducibili alle zone circostanti la Santa Casa di Loreto. Qui, ancora oggi, sono conservate ed esposte al pubblico delle tessere di legno di bosso denominate “Marcatori.“
Esse avevano una doppia funzione, quella di catalogo dei disegni disponibili che potevano essere Tatuati e quella di timbro per la riproduzione dei disegni preliminari la Tatuazione. Dopo secoli e secoli di pratica la tradizione del tatuaggio Loretano fu proibita, ma in parte continuò clandestinamente, sicché, fino a pochi decenni fa, si sarebbero potute incontrare, nelle campagne Marchigiane e non solo, persone con tatuaggi di color Indaco ai polsi o agli avambracci.
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